martedì 30 luglio 2013

LA BORGHESIA IN GENERALE

Vogliamo tentare una caratterizzazione idealtipica della borghesia. Cerchiamo dunque di afferrarla, lungo le epoche che ha attraversato, dal punto di vista paradigmatico.

La borghesia è stata prima un fenomeno e poi una classe sociale che ha avuto uno sviluppo processuale. Va quindi vista come un’ entità storica in fieri. Se essa abbia avuto uno sviluppo definitivo e cioè abbia già raggiunto la sua forma ultima è un tema di certo interessante, che esula però dalla nostra riflessione. 

SCHEDA sulla BORGHESIA ITALIANA nella SECONDA METÁ del ‘700 e nel PRIMO VENTENNIO DELL’ ‘800


Alla fine del ‘700 non esistono in Italia

a ) una borghesia sufficientemente diffusa che funga da spina dorsale dello Stato né da centro della società civile, che sia omogenea dal punto di vista ideologico o dotata di un programma di trasformazione della società, cioè che, in poche parole, sia da considerare quale borghesia nazionale, né di fatto né in nuce;

La borghesia in Italia dal '200 al '500.


Quadro demografico


Nella prima metà del ‘300 la popolazione urbana in Italia si attestava tra il 20% ed il 25% dell’ intera popolazione. Le stime sulla popolazione totale sono molto incerte. A seconda degli autori variano dai 10 mil. di 12,5 mil. di abitanti.

Più sicuri i dati sulle città. Considerando città, nel e per il ‘300, i centri superiori ai 5.000 abitanti si hanno questi dati: in totale 193 città, delle quali 79 superavano i 10.000 abitanti. Tra queste ben 43 superavano i 15.000 abitanti [ un dato di prim’ ordine se pensiamo che Londra aveva a quel tempo circa 25.000 ab., Vienna meno di 20.000, Amburgo meno di 10.000. Città estere di prima grandezza erano Bruges con 35.000 ab. e Colonia con 30 / 35.000 ab. ].

La borghesia dell'Ancien Règime


La “fase di mezzo“ , così la potremmo chiamare, nel processo di sviluppo della borghesia, che identifichiamo nel periodo dell’AR, e che ho piazzato nella casella n°4, va così specificata e studiata:

a ) dialettica tra i ceti all’ interno della costruzione statale classica dell’ AR,

b ) nell’ ambito dell’ assolutismo despotico e di quello illuminato.


Note sulla Borghesia Francese (3)


Estratto da:

Histoire de la bourgeosie en France, di Régine Pernoud, Parigi 1960



Dai capitoli 14º e 15°

Nel 1547 sale al trono Enrico II, marito di Caterina de’ Medici. Concezione della sovranità per grazia di Dio.  Il re si considera al di sopra della legge e unica istanza che statuisce la legge.   La teoria del principe di Machiavelli fa da paradigma quanto alla concezione del potere assoluto del re.  Essa discorda dalla concezione più antica che si rifaceva alle leggi scritte e non scritte dei franchi.  

Note sulla Borghesia Francese (2)


APPUNTI TRATTI
da

HISTOIRE DE LA BOURGEOSIE EN FRANCE
Les temps modernes ( vol. 2 )

di Régine Pernoud
Paris 1962



Dal cap. I (La France moderne)
Nota tratta da Lucine Febvre: dagli elenchi delle eredità e dei lasciti risulta che ancora verso la metà del ‘500 i borghesi possedevano molti quadri o decorazioni di tipo religioso. Dalla fine del ‘500 si ha poco alla volta al preponderanza di immagini laiche, prosaiche, via via sempre più classicheggianti. Poi si diffuse l’ abitudine di farsi ritrarre. La cosa andò poi dilagando verso la seconda metà del ‘600.
I borghesi tendevano comunque ad una certa sobrietà nelle suppellettili, nei colori scelti per l’ abitazione e per i mobili. Anche nel vestire tendevano ad essere severi. La robe era di solito nera e lunga.


Note sulla Borghesia Francese (1)


A N N O T A Z I O N I
tratte da “Wege in die Moderne”, di Klaus GARBER, Berlin 2012.
Teil II Absolutismus und Konfessionalisierung – Kulturpolitik und Literatur. Zum Ursprung der neueren deutschen Dichtung.
Kap. 2.3 Im Zentrum der Macht. Martin Opitz im Paris Richelieus ( Seiten 183 – 222 ).

Garber sottolinea a pag. 184 la differenza sostanziale
tra la politica cattolico-gallicana di Richelieu, che assedia La Rochelle e combatte gli Ugonotti, ma resta fedele alla politica di Enrico IV, tesa alla salvaguardia della neutralità dello Stato e alla pacificazione/tolleranza religiosa,
e la politica di Luigi XIV che porterà alla revoca dell’ Editto di Nantes e alla persecuzione/espulsione degli Ugonotti.
Un anno decisivo ( un anno di svolta ) nella politica di Richelieu fu il 1630. Conclusa vittoriosamente la battaglia interna contro gli Ugonotti intransigenti, R. sposta l’ accento del suo lavoro alla politica estera. In mente ha il braccio di ferro con gli Asburgo. Infatti media tra polacchi e svedesi e fa sì che i contendenti sottoscrivano l’armistizio. Pertanto gli svedesi furono più liberi di intervenire nella guerra dei trent’ anni tra le fila dei protestanti, e ovviamente contro gli Asburgo. 

APPUNTI SULLA BORGHESIA FRANCESE NEL ‘500 E ‘600


È utile occuparsi del caso francese usando lo schema dei sette stadi di sviluppo della borghesia. [ Vedi PRIMO ALLEGATO alla mia mail del 22 / 03 / 2013 “La borghesia in generale” ]. I due stadi di rilievo sono il 4° ed il 6°.
Ciò che vorremmo capire – nella variante francese – è
* ) la formazione della borghesia sia come fenomeno sociale e politico che come compagine interna all’ Ancien Règime e al terzo stato, come testa del terzo stato;
** ) la dialettica tra i ceti e tra questi ed il potere centrale regio;
*** ) l’ inizio della formazione di una borghesia nazionale [da collocare però a pieno titolo solo nel ‘700, ma già prima della Rivoluzione Francese]. [ Nota bene: scopriremo che in Francia sussistevano fin dai primordi della monarchia, in piena epoca feudale, i germi di un controllo periferico della regalità, così come meccanismi e istituzioni passibili di sviluppi verso lo stato burocratizzato e la formazione di una monarchia costituzionale].