mercoledì 3 dicembre 2014

ARTICOLO 18 e OCCUPAZIONE

DIMENSIONE DELLE IMPRESE E STATUTO DEI LAVORATORI


Luca Amendola

ITP, Ruprecht-Karls-Universität Heidelberg, Philosophenweg 16,
69120 Heidelberg, Germany

Sommario

La curva che indica il numero di imprese italiane in funzione del
numero di addetti mostra una chiara flessione verso il basso in
corrispondenza di 15 dipendenti. Questo fenomeno potrebbe essere
in relazione con lo Statuto dei Lavoratori che si applica alle
imprese con più di 15 dipendenti. Una correzione di tale
flessione potrebbe portare dal 3,5% al 5% in più di nuovi
occupati tra le imprese del campione preso in esame.


Il numero medio di occupati per azienda in Italia è molto
inferiore rispetto alla media EU: 3.9 contro 6.1 [1]. Questa
relativa piccolezza delle imprese italiane è spesso vista come
una delle cause della debolezza dell'economia italiana nei
mercati globali. Un'ipotesi che è stata avanzata per spiegare il
fenomeno è che la legislazione italiana sul lavoro rende oneroso
per un'azienda crescere al di sopra dei 15 dipendenti (5 se
imprese agricole) perché oltre questa soglia scatta
l'applicazione integrale dello Statuto dei Lavoratori e, in
particolare, dell'Art. 18 sui licenziamenti senza giusta causa.

L’ ANNOSA QUESTIONE DELL’ ARTICOLO 18

dello Statuto dei lavoratori


Il lavoro di Luca Amendola „Dimensioni delle imprese e Statuto dei lavoratori” è breve, ma ad alto peso specifico. Va preso molto sul serio. Mi pare infatti che confuti in un sol colpo tutta la letteratura economica che in questi anni ha sostenuto, con dati alla mano, la tesi dell’ irrilevanza dell’ articolo 18 dello statuto dei lavoratori quanto alle dimensioni delle ditte in Italia.
            Questa letteratura argomenta pressappoco così. Se l’ Art. 18, che entra in vigore per tutte le imprese non agricole con almeno 15 dipendenti, fosse veramente un peso per le imprese ed un ostacolo ad assumere, si noterebbe una presenza sovradimensionata di ditte con un numero di addetti fino a 14 ed una quantità sottodimensionata di ditte tra i 15 ed i 20/25 dipendenti. Infatti gli imprenditori tenderebbero a stare il più possibile sotto la soglia dei 15 addetti. Ma dai grafici costruiti sulla base dei dati raccolti dall’ Istat non si nota nessuno scalino brusco che segnali discontinuità. Ergo: l’ Art. 18 non frena in alcun modo la scelta degli imprenditori nel dare la dimensione giusta alla propria azienda.

lunedì 1 dicembre 2014

A PROPOSITO DI CRISI ECONOMICA

TRACCIA del DISCORSO DI PAUL KRUGMAN


al FORUM DELLA BCE sul CENTRAL BANKING
(cioè sul ruolo delle banche centrali)
      SINTRA 26/27 MAGGIO 2014 –

SCHEDA di BEPPE VANDAI
per
        VOLTA LA CARTA!! e. V. Heidelberg
       


KRUGMAN ha argomentato pressappoco così:


( I )

L’ obiettivo del 2% di inflazione, su cui convergeva e converge il consenso di tutti i banchieri centrali e della maggior parte degli economisti è troppo basso, perché non lascia alle banche centrali abbastanza spazio di manovra per gestire crisi recessive e/o deflattive. È infatti troppo vicino allo zero e conduce troppo facilmente un’ economia al livello in cui cade nella trappola della liquidità.

La zona-zero nei tassi di interesse è infatti assai pericolosa perché blocca il credito. Non c’ è infatti interesse a prestare a tasso zero, o quasi; si preferisce cioè tenersi la liquidità. Se poi si entra in deflazione, anche il semplice tenere il denaro incamerato produce un guadagno, in quanto ne aumenta il valore reale con certezza e senza alcun rischio.

INFLAZIONE / DEFLAZIONE



SCHEDA di BEPPE VANDAI
per
VOLTA LA CARTA!! e. V. Heidelberg

*                      *                      *

Il succo dell’ articolo di David Wessel Five Reasons to Worry About Deflation  (“ Cinque motivi per temere la deflazione”) – Wall Street Journal del 16.10.14http://blogs.wsj.com/washwire/2014/10/16/5-reasons-to-worry-about-deflation/
consigliato da Paul Krugman
è questo:


La deflazione comporta cinque gravi problemi:


a ) Il deflazione consiste nel declino dei prezzi e in parte dei salari (soprattutto per chi è costretto al part-time e a lavori occasionali). Per chi subisce tagli di reddito il declino dei prezzi è una magra consolazione;


b ) Vista la rigidità dei livelli salariali, la deflazione genera soprattutto disoccupazione e sotto-occupazione, spaccando in due il mondo del lavoro;

LE ATTUALI POLITICHE ANTICRISI



Schema della RELAZIONE
di Beppe Vandai
per VOLTA LA CARTA!!



Nella riunione di Volta La Carta!! del 12 novembre 2014 ho innanzitutto cercato di chiarire per sommi capi la differenza categoriale tra espressioni come "espansione/crescita", "stagnazione", "recessione" e "depressione" da un lato e di espressioni come "inflazione", "stabilità monetaria", "inflazione-zero" e "deflazione" dall' altro. Mentre i termini del primo gruppo riguardano la dinamica del prodotto nazionale (lordo o netto), quelli del secondo gruppo si riferiscono alla dinamica dei prezzi delle merci e dei servizi.  

Ci sono però naturalmente dei nessi o incompatibilità tra i fenomeni del primo e del secondo gruppo. Alcune combinazioni sono impossibili. Ad esempio la contemporaneità in un' economia nazionale di espansione/crescita e deflazione monetaria. In altri casi le cose sono invece più complicate: una stagnazione, o addirittura una recessione, possono  coesistere con l'inflazione.

domenica 9 novembre 2014

Le conferenze del circolo Voltalacarta: Prof. A. Schiavone 28.novembre 2014

F R E I T A G  28.  N O V E M B E R
––––     20:00 Uhr     ––––
D. A. I    Sophienstr. 12   Heidelberg
V O R T R A G

Il fondamento greco-romano
dell’ Europa



Prof. Aldo Schiavone
Università di Firenze
Istituto Italiano di Scienze Umane

Vortrag auf Italienisch. Diskussion: mehrsprachig. 

       Entrata/Eintritt: 8 € 

Soci e studenti (f. Mitglieder u. Studenten): 5 € 

------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------


V E N E R D Ì     2 8    N O V E M B R E
ore   20:00   al   D.A.I  - Sophienstr. 12 -  HEIDELBERG

C O N F E R E N Z A
( in italiano )


Il    f o n d a m e n t o   g r e c o – r o m a n o
d e l l  ’     E u r o p a


La crisi dell’ integrazione europea e delle istituzioni dell’ UE sono evidenti. Motivo più che sufficiente per riflettere sulle nostre radici.

Il primo fondamento su cui sta l’ Europa è certamente la civiltà greco-romana. L’ idea di res publica, la centralità dell’individuo nella polis, l’ estensione di questo modello nel cosmopolitismo ellenistico e romano, la creazione nell’ antica Roma del diritto e della giurisprudenza quale istanza separata e indipendente dalla religione. Senza tutto questo l’ Europa non esisterebbe.

Kern-Europa


  Die schwarze Null


    Kern-Europa

Finanziamo Volta La Carta!!

LA NOSTRA CAMPAGNA DI FINANZIAMENTO



Caro amico, 

Volta La Carta!! ha bisogno anche del tuo aiuto.

Ogni tanto il nostro circolo invita a Heidelberg studiosi e scrittori per approfondire i temi che ci stano più a cuore: la crisi italiana e quella europea. Lo fa con un occhio alla storia e uno all’ attualità.

Vorremmo farlo più spesso, cosa non facile per le nostre casse. Ti invitiamo perciò a mandarci un contributo sul nostro conto corrente presso la BBBank di Heidelberg:
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BIC/Swift: GENODE61BBB. 

Spenden für Volta La Carta!!

UNSERE  FINANZIERUNGKAMPAGNE




Lieber Freund,

Volta La Carta!!  braucht Deine Hilfe.

Hin und wieder lädt unser Verein nach Heidelberg Forscher und Schriftsteller ein, um die Themen zu vertiefen, die uns am meisten am Herzen liegen: die italienische und die europäische Krise. Das tun wir mit einer Blickrichtung in die Vergangenheit und einer in die Gegenwart.

Gerne würden wir es häufiger tun. Doch leider ist unser Budget sehr begrenzt. Deswegen bitten wir Dich, uns eine Spende auf unser Konto bei der BBBank in Heidelberg zu überweisen:
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Nuove forme di democrazia?





Volta La Carta!!  e. V. - Heidelberg  
http://voltalacartaheidelberg.blogspot.de/    
    


G I O V E D Ì   2 7    N O V E M B R E 

-dalle 20:00 h –
tavernetta dell’ Apothekergasse 3
69117 Heidelberg

a questa

CONFERENZA e DISCUSSIONE:
il Prof. Aldo Schiavone presenta
il suo libro NON TI DELEGO!
(Rizzoli, Milano 2013)




La democrazia che abbiamo ricevuto dai nostri padri, e che a molti sembrava una forma definitiva e perfetta, è in sofferenza. 
Nell'intero Occidente, ma soprattutto in Italia, sono in crisi gli elementi essenziali del suo funzionamento: i partiti, le assemblee elettive, l'idea stessa della rappresentanza. 

IDEA E REALTÀ dell’ EUROPA

( working paper )


P R E M E S S A 

Quest’anno noi di Volta La Carta!! ci siamo occupati soprattutto di Europa e di questioni inerenti alla crisi economica, italiana e comunitaria. Quando si costituì nostro circolo, nella primavera del 2011, non ci saremmo di certo immaginati di dover spostare, nel giro di due anni, il baricentro delle nostre riflessioni e delle nostre iniziative, di dover passare tanto bruscamente dall’ analisi critica (ovvero autocritica) dei casi italiani a quella del quadro europeo. Ma il deterioramento di questo è stato tale da imporci un aggiustamento di tiro.
Il nostro Paese si trascina con sé una crisi politica epocale e, con essa, atavici problemi che hanno le loro radici in un incompleto passaggio alla modernità. Ne abbiamo parlato sovente. Credo anche che – grazie ai nostri ‘carotaggi’ di tipo storico – siamo giunti a fare scoperte importanti. 
Contemporaneamente abbiamo notato che la crisi europea, invece di essere occasione per un ripensamento, per un ritorno alle ragioni storiche del processo di integrazione economica e politica del continente, ci portava ad un’ impasse epocale, celata dai salamelecchi e dalle buone maniere che mai mancano nei rituali incontri tra i governanti. Cose che a ben guardare sanno di beffa.

UCRAINA, UNA CRISI EUROPEA




              di Beppe Vandai 
         per VOLTA LA CARTA!! 







Do per scontata la conoscenza degli avvenimenti degli ultimi mesi:
come si sono sviluppate la protesta di piazza Maidan, con il corollario della
fuga di Janukowicz, com’ è nata la ribellione russofona nell’ Ucraina dell’ est,
come si è giunti agli aspri combattimenti tra separatisti e truppe ucraine, al
sostegno militare russo ai separatisti, al probabile abbattimento da parte di
questi dell’ aereo malese con quasi trecento civili a bordo. Vorrei invece
fornire una serie di informazioni e riflessioni che spero utili a capire il
contesto della grave crisi ucraina.





  
UN PO’ DI GEOGRAFIA



L’ Ucraina ha una superficie di 603.700 km2, una linea di confine di 
4.663 km, una popolazione di poco più di 45 milioni di abitanti. Circa i due 
terzi parlano l’ ucraino, quasi un terzo è invece russofono (in parte anche con 
radici russe abbastanza recenti).  
La zona più industrializzata e più ricca di miniere è nell’ Ucraina 
orientale, la zona più russofona. Vi è attiva soprattutto l’ industria pesante, 
fortemente integrata con l’ economia russa. Si tratta soprattutto di industria 
carbonifera, metallurgica, meccanica, chimica e degli armamenti.

giovedì 7 agosto 2014

Scheda su "EUROPA O NO. Sogno da realizzare o incubo da cui uscire” di Luigi ZINGALES Rizzoli, Milano 2014



( Scheda elaborata da Beppe Vandai per
VOLTA LA CARTA!! e. V. – Heidelberg )


( I )
 E U R O P A    O    N O

            Nell’ aprile di quest’ anno è uscito presso l’ editore Rizzoli il libro di Luigi Zingales “Europa o no”: un saggio ad alto tasso di informazione e di intelligenza. L’ autore è un brillante economista che insegna scienza della finanza presso la Booth School of Business della Università di Chicago. Attualmente è anche il presidente della prestigiosissima American Finance Association.
Chicago: la mecca dei liberisti e dei monetaristi. Anche Zingales è un liberista. E anche a lui stanno molto a cuore il controllo della massa monetaria e la lotta all’ inflazione, che, non appena raggiunta una certa soglia, altro non è che un esproprio strisciante dei risparmiatori e di chi ha un reddito fisso, oltre che un modo subdolo per uno stato di non onorare i suoi impegni o di fare un default latente e a tappe. Ma Zingales non fa dell’ ideologia, né è alla ricerca di conferme per principi di alcun tipo. Ad ogni passaggio del libro dimostra di considerare l’economia come una scienza empiristica, che poco alla volta usa e fa tesoro del procedimento di prova ed errore. Qui è là traspare, non celata, una notevole allergia per gli schemi deduttivi, il centralismo e le politiche economiche concepite come applicazioni di tali schemi.

domenica 27 luglio 2014

Scheda del libro "Le Capital au XXI° Siècle di Thomas Piketty (Parigi, Seuil 2013)

 
( A )

 

Il libro di PikettyLe Capital au XXI° siécle, uscito presso l’ editore Seuil di Parigi nel settembre del 2013, è frutto di una lunga gestazione. Il suo autore ha infatti iniziato circa 15 anni fa ad occuparsi della distribuzione dei redditisul lungo periodo. Dapprima ha studiato la Francia, ma poi, cammin facendo, ha trovato sodali in altri economisti, quali Atkinson, Saez, Leigh, Vaell eccetera. Così lo studio si è esteso alla Gran Bretagna, agli USA, alla Germania, all’ Olanda, per poi abbracciare tutti i paesi industriali ed i principali paesi emergenti.

Note sul colloquio "Pour une Europe plus démocratique"

organizzato a Parigi da Piketty and Co. +
Claude Bartolone (presidente dell’ AN)
il 21 maggio 2014 

§ 1

Erano presenti circa 150 persone. A occhio e croce una cinquantina tra parlamentari, portaborse, firmatari dei due Manifesti (quello del gruppo di Piketty e quello del gruppo Eiffel), giornalisti e telereporter. In più un centinaio di semplici cittadini, per lo più firmatari dell’ appello del Manifeste pour une union politique de l’ Euro [clicca qui]

Un paio di riflessioni dopo le elezioni europee del 2014


 ( I )

Il tratto più macroscopico, che maggiormente colpisce, riflettendo sulle elezioni europee che si sono appena tenute, è a mio avviso la grande disomogeneità tra le diverse aree dell’ Unione Europea. E non si tratta solo di disomogeneità economica, ma anche culturale, di disomogeneità nel modo di sentirsi come popolo, nelle preoccupazioni principali, nelle mentalità. Finché il progetto europeo sembrava essere un gioco cooperativo o quantomeno un gioco in cui tutti potevano trarre dei vantaggi, le differenze tendevano ad apparire esclusivamente una ricchezza o a sfumare sullo sfondo del progresso comune. Ora pare invece calata una fase plumbea dell’ incomprensione e dell’ estraneità. 

domenica 18 maggio 2014

A European redemption pact

Authors:
Prof. Dr. Dr. h.c. mult Wolfgang Franz, Chairman
Prof. Dr. Peter Bofinger
Prof. Dr. Lars P. Feld
Prof. Dr. Christoph M. Schmidt
Prof. Dr. Beatrice Weder di Mauro

The EZ crisis has taken a turn for the worse. This column, the joint work of the five members of the ‘German Council of Economic Experts’, proposes a novel solution to the crisis – the European Redemption Pact and an associated European Redemption Fund. This would – like Eurobonds – create11 a joint debt vehicle, but unlike Eurobonds it would be temporary, say 25 years. Its aim would be to ease down the current unsustainable levels while implementing credible fiscal policy reforms in all EZ nations.

Manifesto per un'unione politica dell'Eurozona


L´ Unione Europea attraversa una crisi che mette a repentaglio la sua stessa esistenza. Presto saranno le elezioni europee a ricordarcelo con crudezza. A esserne colpiti sono soprattutto i paesi dell’ eurozona, coinvolti in un clima di sfiducia e colpiti da una crisi debitoria tutt’ altro che risolta. La disoccupazione persiste e la deflazione incombe. Niente di più falso che credere che il peggio sia passato.

Somos Europa





1. Las elecciones al Parlamento Europeo se avecinan. Son las más significativas de todas las elecciones al Parlamento Europeo que hasta ahora se han dado. Es el momento adecuado para que el proyecto de Europa tome otra vez su camino y contrarrestar tanto el populismo antieuropeo como las desmesuradas medidas de austeridad.

giovedì 17 aprile 2014



L'Europa siamo noi! L'Europe, c'est nous!

firma l'appello - sign the petition

1. Les élections au parlement européen approchent. Elles sont plus importantes que toutes les élections européennes précédentes. Il est grand temps de redonner une dynamique au projet européen et de s’opposer autant aux populismes anti-européens qu’à une rigueur exagérée.

sabato 12 aprile 2014




1.Die Wahlen zum Europäischen Parlament stehen bevor. Es sind die bedeutendsten aller bisherigen Europawahlen. Es ist an der Zeit, das Projekt Europa wieder in Fahrt zu bringen, und sowohl dem antieuropäischen Populismus als auch den übertriebenen Sparmaßnahmen entgegenzuwirken.


1) The European parliamentary elections are almost upon us, and they are the most important ones so far. It is high time to re-launch the European project, and to confront both with anti-European populism and excessive economic austerity.

sabato 29 marzo 2014

L'appello del circolo Volta la Carta



L’Europa siamo noi

 



1) Le elezioni per il Parlamento Europeo sono alle porte. Sono le più importanti tra quelle tenute finora. È tempo di ridare slancio al progetto europeo e contrastare sia i populismi nazionali che l´eccessiva austerità economica.

2) È ormai evidente che l´idea di far trainare il processo di integrazione europeo dai soli vantaggi economici ha funzionato solo fino all’adozione completa del mercato unico. Poi, dall’introduzione forse prematura dell’euro, questo modello è entrato in crisi, sta anzi facendo regredire proprio quel processo di integrazione che è il cuore e lo scopo della nuova Europa.

3) Il progetto dell’euro va però proseguito, trovando rimedi efficaci agli scompensi che si sono creati. Anche se varato senza una governance centrale e troppo condizionato da vincoli automatici, il progetto della moneta unica non può, non deve fallire. Altrimenti è alle porte la regressione, prima nazionale, e poi nazionalistica, dei popoli europei.

4) L´austerità economica non può e non deve essere l´unico rimedio per contrastare l´attuale crisi. Senza un governo europeo dell’economia con una sua politica comune, che affronti gli squilibri tra le zone economiche, spesso disomogenee, la moneta unica è un progetto impossibile, destinato a fallire. Se però cerchiamo la soluzione solo o prevalentemente sul terreno economico, anche in questo caso il fallimento è certo.

5) È indispensabile tornare ad avere una più ampia visione di quello che l´Europa è stata, è e potrà essere. Il nostro continente ha una sua cultura e una sua civiltà che precede e sopravanza di gran lunga sia i suoi indubbi successi economici che la visione del mondo del puro homo oeconomicus. Basti pensare alla concezione della società come polis, all’idea di storia come luogo di cambiamento e progresso, alla divisione tra potere civile e religioso.

6) Lo scopo originario dell´Unione Europea è stato quello di mettere fine alle guerre frequenti e sanguinose tra paesi vicini, culminate nella seconda guerra mondiale: negli anni Cinquanta la Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio ha cominciato ad unire i paesi europei sul piano economico e politico al fine di garantire una pace duratura. Poi, assieme all'integrazione economica, sono avanzate enormemente quella civile e democratica.

7) La collaborazione all´interno dell´UE ha già prodotto indubbi successi nel campo dei diritti dei cittadini, della tutela dell´ambiente, dello sviluppo di energie rinnovabili e del potenziamento della ricerca scientifica. Questi sono grandi beni comuni per tutti gli europei. Su questa strada dobbiamo avanzare con decisione.

8) Il nostro è un continente molto composito e variegato. Questa è una ricchezza. Notevoli diversità culturali e di civiltà si sono cristallizzate nei millenni e l’Europa è riuscita a mettere in comunicazione i diversi patrimoni culturali, per capitalizzarli e trarne frutto. L´importante per il presente e il futuro è che i differenti modelli civili e culturali continuino a comunicare e ad imparare l’uno dall’altro.

9) L’Europa ha inoltre la responsabilità di incoraggiare e sostenere lo sviluppo della democrazia e di promuovere il rispetto dei diritti fondamentali dell’uomo al suo interno e a livello mondiale. L’UE deve avere un programma di accoglienza umanitaria e di integrazione sociale per chi cerca rifugio dalle nefandezze dei conflitti armati e offrire chances a chi cerca di uscire dalla morsa del pauperismo.

10) Affinché non si areni il processo di integrazione europea va cambiato qualcosa nelle istituzioni comunitarie. Ad esempio:
a) Andrebbe diminuito il ruolo della coordinazione intergovernativa, troppo esposta a bassi interessi di bottega e al voto all’unanimità.
b) Si dovrebbe istituire un governo economico della zona euro ripensando anche il modello di sviluppo economico.(1)


Tra il 22 e il 25 maggio i cittadini dei 28 stati membri dell´Unione Europea saranno chiamati ad eleggere i loro rappresentanti per il Parlamento Europeo.

Cittadini europei, associazioni della società civile, organizziamoci! Non lasciamoci scippare l’Europa! Diamo voce ad un’Europa democratica che guidi l’economia e non si faccia guidare da questa!


29 Marzo 2014

Volta La Carta!! e. V. – Heidelberg

voltalacartaheidelberg.blogspot.de



(1) Recentemente, qui in Germania, il Gruppo di Glienicke, ha avanzato proposte assai interessanti, vedi www.glienickergruppe.eu/  e  voltalacartaheidelberg.blogspot.de/2014/01/il-documento-degli-undici.html .


Scarica il documento in pdf.

sabato 1 marzo 2014

Nota aggiuntiva al documento “BILANCIO E PROSPETTIVE DELL’ EURO”

Nel documento “BILANCIO E PROSPETTIVE DELL´EURO" ho tentato di evidenziare i deficit strutturali dell’ Euro, ma ancora più di chiarire che la gestione europea della crisi è non-cooperativa, anzi egemonica.
            Non ho invece detto che questa gestione ripete in buona sostanza (mutatis mutandis) alcuni errori commessi all’ inizio degli anni trenta (durante la Grande Depressione).

Debito pubblico e altro (scheda per Volta La Carta!!)

Sulla natura del debito pubblico consiglio di leggere in via preliminare l’ articolo di Paul KRUGMAN sul NYT del 1.1.2012. 
LINK della traduzione in italiano:


DIFFERENZA SOSTANZIALE TRA DEBITO
PUBBLICO E DEBITO PRIVATO


A ) Tra due privati il debitore è tenuto a saldare il debito contratto, alla sua scadenza, interamente. In più dovrà pagare gli interessi stabiliti. Il debitore – a parte possibili manovre sostanzialmente contabili tra due entità economiche detenute dallo stesso soggetto – è sempre diverso dal creditore. Abbiamo a che fare con due entità di eguale natura, esterne l’ una all’ altra, che entrano in un rapporto di reciprocità.

Bilancio e prospettive dell’ Euro



Cari amici,

stasera parleremo e discuteremo di Europa. Vi vorrei parlare in lungo e in largo di che cos’è nel profondo e da lunghissimo tempo l’ Europa, nella sua storia e come modello di civiltà. Vorrei parlare dei suoi valori e della tacce profonde che l’ hanno segnata, ma la questione economica è troppo urgente.
Sappiamo che le cose da questo punto di vista vanno male, ma forse siamo addirittura messi peggio di quanto appare.

martedì 7 gennaio 2014

Il documento del Gruppo di Glienicke



Verso un’Unione dei Paesi dell’Eurozona

Perché senza un approfondimento dell´integrazione altre crisi sono in agguato. Undici economisti, politologi e giuristi tedeschi – il gruppo di Glienicke – elaborano proposte per un’Europa unita.

* Crisi, quale crisi?
Secondo l’opinione pubblica tedesca, non vi è più alcun motivo di preoccuparsi ancora per l’Europa. Sono oramai passate le settimane drammatiche in cui ci si aspettava ogni giorno il peggio. I mercati finanziari si sono calmati. Gli errori costitutivi dell’unione monetaria sembrano meno drammatici; davanti all’assemblea generale dell’ONU a New York il Presidente del Consiglio d’Europa, Herman van Rompuy, può affermare senza essere contraddetto - e non è l’unico a farlo – che “la minaccia all’esistenza stessa dell’Euro è ormai passata”.

lunedì 6 gennaio 2014

L’Italia e la crisi dell’ euro


La crisi dell’euro si è abbattuta su un Paese già in preda di una crisi economica e politica. Non c’ è però alcun dubbio che quella italiana sia innanzitutto una crisi politica e solo in subordine una crisi economica. Detto in modo ancor più preciso: la crisi economica del Paese è la conseguenza di una lunga e profonda crisi politica.

Italien und die Eurokrise



Die Eurokrise ist über ein Land hereingebrochen, das schon zuvor in einer zweifachen Krise steckte – einer Wirtschaftskrise und einer politischen Krise. Es besteht doch kein Zweifel, dass diese Krise in allererster Linie eine politische und dann in zweiter Linie eine wirtschaftliche ist. Genauer gesagt: Die Wirtschaftskrise des Landes ist die Folge einer lang anhaltenden, tiefen, politischen Krise
.

sabato 4 gennaio 2014

Der Aufruf der Glienicker Gruppe AUFBRUCH IN DIE EURO-UNION


Der Aufruf der Glienicker Gruppe

AUFBRUCH IN DIE EURO-UNION (17.10.2013)

Schematische Kurzfassung
erstellt von Volta La Carta!! e. V.

Analyse und Ausgangsthesen

Die Wirtschaftskrise der Eurozone ist nicht vorbei. Bis heute wurden keine nachhaltigen, strukturellen Maßnahmen ergriffen. Es ist damit zu rechnen, dass alle drei Krisenstränge sich wieder verstärken:
a) die Bankenkrise
b) die Staatsschuldenkrise
c) die Wettbewerbsfähigkeitskrise
Die Zeit ist schon lange reif für strukturelle Reformen, ohne Aufschub!

IL DOCUMENTO DEGLI UNDICI (Glienickergruppe) AUFBRUCH IN DIE EURO-UNION


IL DOCUMENTO DEGLI UNDICI (Glienickergruppe)
AUFBRUCH IN DIE EURO-UNION
(METTERSI IN CAMMINO VERSO L’ UNIONE DELLA ZONA EURO) –– del 17 / 10 / 2013 ––
IN UNO SCHEMA DI POCHE PAROLE

a cura di Volta La Carta!! e. V. 
testo completo

PARTE ANALITICA e DI PRINCIPIO

La crisi economica dell`area-euro non è finita. Non essendo finora stata affrontata con misure strutturali e durevoli, ci dobbiamo aspettare ritorni di fiamma su tutt’ e tre i fronti :
a ) crisi bancaria,
b ) crisi dei debiti pubblici,
c ) crisi della competitività.