sabato 29 marzo 2014

L'appello del circolo Volta la Carta



L’Europa siamo noi

 



1) Le elezioni per il Parlamento Europeo sono alle porte. Sono le più importanti tra quelle tenute finora. È tempo di ridare slancio al progetto europeo e contrastare sia i populismi nazionali che l´eccessiva austerità economica.

2) È ormai evidente che l´idea di far trainare il processo di integrazione europeo dai soli vantaggi economici ha funzionato solo fino all’adozione completa del mercato unico. Poi, dall’introduzione forse prematura dell’euro, questo modello è entrato in crisi, sta anzi facendo regredire proprio quel processo di integrazione che è il cuore e lo scopo della nuova Europa.

3) Il progetto dell’euro va però proseguito, trovando rimedi efficaci agli scompensi che si sono creati. Anche se varato senza una governance centrale e troppo condizionato da vincoli automatici, il progetto della moneta unica non può, non deve fallire. Altrimenti è alle porte la regressione, prima nazionale, e poi nazionalistica, dei popoli europei.

4) L´austerità economica non può e non deve essere l´unico rimedio per contrastare l´attuale crisi. Senza un governo europeo dell’economia con una sua politica comune, che affronti gli squilibri tra le zone economiche, spesso disomogenee, la moneta unica è un progetto impossibile, destinato a fallire. Se però cerchiamo la soluzione solo o prevalentemente sul terreno economico, anche in questo caso il fallimento è certo.

5) È indispensabile tornare ad avere una più ampia visione di quello che l´Europa è stata, è e potrà essere. Il nostro continente ha una sua cultura e una sua civiltà che precede e sopravanza di gran lunga sia i suoi indubbi successi economici che la visione del mondo del puro homo oeconomicus. Basti pensare alla concezione della società come polis, all’idea di storia come luogo di cambiamento e progresso, alla divisione tra potere civile e religioso.

6) Lo scopo originario dell´Unione Europea è stato quello di mettere fine alle guerre frequenti e sanguinose tra paesi vicini, culminate nella seconda guerra mondiale: negli anni Cinquanta la Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio ha cominciato ad unire i paesi europei sul piano economico e politico al fine di garantire una pace duratura. Poi, assieme all'integrazione economica, sono avanzate enormemente quella civile e democratica.

7) La collaborazione all´interno dell´UE ha già prodotto indubbi successi nel campo dei diritti dei cittadini, della tutela dell´ambiente, dello sviluppo di energie rinnovabili e del potenziamento della ricerca scientifica. Questi sono grandi beni comuni per tutti gli europei. Su questa strada dobbiamo avanzare con decisione.

8) Il nostro è un continente molto composito e variegato. Questa è una ricchezza. Notevoli diversità culturali e di civiltà si sono cristallizzate nei millenni e l’Europa è riuscita a mettere in comunicazione i diversi patrimoni culturali, per capitalizzarli e trarne frutto. L´importante per il presente e il futuro è che i differenti modelli civili e culturali continuino a comunicare e ad imparare l’uno dall’altro.

9) L’Europa ha inoltre la responsabilità di incoraggiare e sostenere lo sviluppo della democrazia e di promuovere il rispetto dei diritti fondamentali dell’uomo al suo interno e a livello mondiale. L’UE deve avere un programma di accoglienza umanitaria e di integrazione sociale per chi cerca rifugio dalle nefandezze dei conflitti armati e offrire chances a chi cerca di uscire dalla morsa del pauperismo.

10) Affinché non si areni il processo di integrazione europea va cambiato qualcosa nelle istituzioni comunitarie. Ad esempio:
a) Andrebbe diminuito il ruolo della coordinazione intergovernativa, troppo esposta a bassi interessi di bottega e al voto all’unanimità.
b) Si dovrebbe istituire un governo economico della zona euro ripensando anche il modello di sviluppo economico.(1)


Tra il 22 e il 25 maggio i cittadini dei 28 stati membri dell´Unione Europea saranno chiamati ad eleggere i loro rappresentanti per il Parlamento Europeo.

Cittadini europei, associazioni della società civile, organizziamoci! Non lasciamoci scippare l’Europa! Diamo voce ad un’Europa democratica che guidi l’economia e non si faccia guidare da questa!


29 Marzo 2014

Volta La Carta!! e. V. – Heidelberg

voltalacartaheidelberg.blogspot.de



(1) Recentemente, qui in Germania, il Gruppo di Glienicke, ha avanzato proposte assai interessanti, vedi www.glienickergruppe.eu/  e  voltalacartaheidelberg.blogspot.de/2014/01/il-documento-degli-undici.html .


Scarica il documento in pdf.

sabato 1 marzo 2014

Nota aggiuntiva al documento “BILANCIO E PROSPETTIVE DELL’ EURO”

Nel documento “BILANCIO E PROSPETTIVE DELL´EURO" ho tentato di evidenziare i deficit strutturali dell’ Euro, ma ancora più di chiarire che la gestione europea della crisi è non-cooperativa, anzi egemonica.
            Non ho invece detto che questa gestione ripete in buona sostanza (mutatis mutandis) alcuni errori commessi all’ inizio degli anni trenta (durante la Grande Depressione).

Debito pubblico e altro (scheda per Volta La Carta!!)

Sulla natura del debito pubblico consiglio di leggere in via preliminare l’ articolo di Paul KRUGMAN sul NYT del 1.1.2012. 
LINK della traduzione in italiano:


DIFFERENZA SOSTANZIALE TRA DEBITO
PUBBLICO E DEBITO PRIVATO


A ) Tra due privati il debitore è tenuto a saldare il debito contratto, alla sua scadenza, interamente. In più dovrà pagare gli interessi stabiliti. Il debitore – a parte possibili manovre sostanzialmente contabili tra due entità economiche detenute dallo stesso soggetto – è sempre diverso dal creditore. Abbiamo a che fare con due entità di eguale natura, esterne l’ una all’ altra, che entrano in un rapporto di reciprocità.

Bilancio e prospettive dell’ Euro



Cari amici,

stasera parleremo e discuteremo di Europa. Vi vorrei parlare in lungo e in largo di che cos’è nel profondo e da lunghissimo tempo l’ Europa, nella sua storia e come modello di civiltà. Vorrei parlare dei suoi valori e della tacce profonde che l’ hanno segnata, ma la questione economica è troppo urgente.
Sappiamo che le cose da questo punto di vista vanno male, ma forse siamo addirittura messi peggio di quanto appare.