Europa steht auf dem Spiel…
und fast alle schlafen „den Schlaf des Gerechten“, schieben ihre
ruhige Kugel vor sich hin, so als ob sich die jetzige Krise von
selbst lösen wird. Und Hierzulande? Fast alle deutschen Politiker
handeln fahrlässig. Im neuen Regierungsvertrag existiert Europa
kaum.
giovedì 5 dicembre 2013
martedì 3 dicembre 2013
Le conferenze del Circolo Voltalacarta: Prof. A. von Bogdandy, 13 Dicembre 2013
F r e i t a g 1 3. D e z e m b e r
–––
20:00 Uhr –––
INTERKULTURELLES
ZENTRUM
Im
Landfriedkomplex
Bergheimer
Straße 147 / Alte Eppelheimer
Straße 50
A
U F B R U C H
V
O R T R A G
Prof.
A. von Bogdandy
Leiter
des Max-Planck-Instituts
für ausländisches
öffentliches
Recht
und Völkerrecht - Heidelberg
V
O L T A L A C A R T A !! e. V.
http://voltalacartaheidelberg.blogspot.de/
Scheda sul "Principe" di Machiavelli
di Beppe Vandai
(
I )
Abbiamo
sottolineato più volte, sia in chiacchierate tra di noi che nel
corso della SERATA
MACHIAVELLI del 14
novembre 2013, in occasione della conferenza del Prof. A. Prosperi,
che il Principe può
essere solo frainteso se si prescinde dalla contingenza storica in
cui fu scritto e dalla biografia del suo autore. Quest’ opera non è
un nuovo tentativo di fondazione della sfera politica, né dal punto
di vista filosofico ( vedi Aristotele, Tommaso d’ Aquino, Hobbes
ecc. ), né dal punto di vista giuridico ( vedi Marsilio da Padova o
J. Bodin ). È piuttosto una riflessione sui momenti
ineludibili e costitutivi della pratica politica,
una riflessione finalizzata alla comprensione di quali sono i
pilastri su cui
edificare uno stato monarchico nuovo ( principato nuovo o misto ),
sufficientemente robusto e radicato nel popolo da poter sussistere
nel lungo periodo e in grado di perseguire gli obiettivi di conquista
ritenuti di volta in volta necessari.
Note sulla conferenza di A. Prosperi: A 500 anni da Il Principe di Machiavelli.
di Martina Calì
“Nacqui
povero, ed imparai prima a stentare che a godere”.
(Niccolò
Machiavelli, Lettera a Francesco Vettori; 1497)
Francesco
de Sanctis definì Niccolò Machiavelli il “primo uomo moderno”.
Tra le letture giovanili di Niccolò Machiavelli fu determinante
quella del De
rerum natura
di Lucrezio, impregnato di un forte materialismo e di un ateismo
razionale di derivazione epicurea.
Redigendo
Il
Principe
nell’estate del 1513, quando era esiliato a Sant’ Andrea in
Percussina, Machiavelli riprese l’ azione politica nell’ unico
modo possibile che gli rimaneva: con un argomentare stringente che si
concludeva con un appello all’ azione. L’ opera uscì però
postuma, nel 1531.
venerdì 29 novembre 2013
Riflessioni sulle elezioni del 24/25 Febbraio
RIFLESSIONI
SULLE ELEZIONI POLTICHE
DEL 24/25
FEBBRAIO 2013
Credo che due
dati incontrovertibili e di primissima grandezza vadano messi in cima ad ogni
riflessione sulle recenti elezioni politiche:
a ) In queste
elezioni si offriva al popolo italiano un’ occasione storica, quella di
mettere la parola fine ad una fase anomala e pericolosa della sua democrazia,
quella berlusconiana. Una fase dominata da un’ ideologia che ha promesso agli
italiani un facile paradiso edonistico, ottenuto in modo privatistico senza o
contro lo Stato, consumato davanti agli effluvi televisivi, un paradiso alla
portata di tutti, raggiunto con l’ individualismo più sfrenato e in spregio ai
principi fondativi della nostra repubblica.
venerdì 22 novembre 2013
Bibliografia
Le prime
forme dello “Stato moderno”,
di Werner NÄF in Lo Stato moderno, vol. I, pp. 52 –
68 ( a cura di Ettore ROTELLI e
Pierangelo SCHIERA), Bologna 1971. [ Traduzione di Die Frühformen des modernen Staates im Spätmittelalter, in
“Historische Zeitschrift”, 1951, pp. 225 – 234 ].
sabato 9 novembre 2013
Giovedi 14 Novembre, DAI Heidelberg, Serata Machiavelli: A 500 anni dal "Principe".
Conferenza di A. Prosperi, Scuola Normale Superiore di Pisa, DAI Heidelberg, Sofienstr. 12
Audio dell'intervento del Prof. Prosperi su "Delitto e Perdono" del 15/11/2013
http://yourlisten.com/ voltalacarta/a-prosperi
Audio dell'intervento del Prof. Prosperi su "Delitto e Perdono" del 15/11/2013
http://yourlisten.com/
venerdì 1 novembre 2013
Sintesi ragionata di: L'ideologia della borghesia industriale nell'Italia liberale, G. Baglioni (Einaudi, 1974)
di L. Amendola, 2013
Il testo si propone di individuare
l'ideologia della borghesia industriale italiana negli anni
dall'Unità d'Italia fino alla prima guerra mondiale. L'ideologia è
intesa come la rappresentazione che un gruppo o classe sociale
formula di sé in ordine alla sua funzione e in rapporto agli altri
gruppi. L'obiettivo di tale formulazione consiste nella generazione
di concrete norme sociali, nella coesione del gruppo e nella
identificazione dei propri valori. La formulazione di una ideologia
è, tra l'altro, presupposto necessario alla creazione di scuole,
formazione, socializzazione ed è anche necessaria per sviluppare una
concezione dello Stato.
sabato 14 settembre 2013
un po' di Bibliografia ...
BILIOGRAFIA per le SCHEDE 2
e 3 del 19 / 03 / 2013
ASCHERI Mario, Medioevo del potere. Le istituzioni laiche
ed ecclesiastiche, Il Mulino 2005
[citato nella
nuova edizione del 2009]
CIPOLLA Carlo
Manlio, Storia economica dell’ Europa
pre-industriale, Il Mulino, Bologna 1974; [citato nella nuova edizione del
2002]
Problemi di struttura dell’ assolutismo europeo, di Gerhard ÖSTREICH
SINTESI RAGIONATA
di Problemi
di struttura dell’ assolutismo europeo,
di Gerhard ÖSTREICH
Tesi di RANKE: Il
“motore“ dell’ assolutismo fu il problema della guerra. Con esso gli stati
sentirono la necessità
a ) di dotarsi di
eserciti regolari e di flotte nazionali,
b ) di una solida
e fedele burocrazia (inizialmente, soprattutto per finanziarsi ).
Nella tradizione
storiografica ottocentesca e della prima metà inizio del ‘900 prevalse uno
‘sguardo dall’ alto’ sul processo di formazione del’ assolutismo. Ci si occupò
infatti soprattutto di formazione delle nuove istituzioni statali, dell’
amministrazione, del mercantilismo, della politica estera e militare e dell’
assoggettamento della Chiesa ( o, meglio, delle Chiese ).
Influssi reciproci tra Riforma e formazione dello Stato territoriale, di Karl Heinz BLASCHKE
SINTESI RAGIONATA
di Influssi
reciproci tra Riforma e formazione dello Stato territoriale, di Karl Heinz
BLASCHKE, tratto da LO STATO MODERNO ( Bologna, Il Mulino, Vol, II 1973, pp. 279 – 296. [Traduzione di Wechselwirkungen zwischen der Reformation und dem Aufbau
des Territorialstaates, in "Der Staat", Berlin 1970, pp.
347 – 364 ).
Blaschke si
occupa principalmente della Sassonia per trarre da questo esempio spunti
paradigmatici per la comprensione del problema in generale del rapporto tra
Stato e Riforma
essendo questo
Stato il prototipo dello Stato luterano in Germania.
Nel 1539 la
Sassonia aderisce alla Riforma. Nel 1547
RELAZIONE DELL'INCONTRO DEL 13 GIUGNO 2013 - di Beppe Vandai
VOLTA
LA CARTA !!
SCHEMA
della RELAZIONE DEL 13 GIUGNO 2013
(
di Beppe Vandai )
LA
BORGHESIA FRANCESE NELL' ANCIEN RÉGIME,
LA
MONARCHIA E LA NOBLESSE DE ROBE
I.
a ) STATICA E DINAMICA nella SOCIETÁ
dell' Ancien Régime (A.R.)
Passaggio
dal Medioevo all' Età Moderna :
a ) dalla
famiglia di concezione strettamente cristiana alla famiglia borghese, alla
concezione romana del pater familias ( patrimonio, matrimonio, legalità );
riduzione del ruolo della donna e dei figli; il nuovo ruolo del testamento;
affermazione del predominio della linea maschile nel
Le origini dello Stato moderno, di José Antonio MARAVALL
ESTRATTO da Le
origine dello Stato moderno, di José Antonio MARAVALL, in Lo
Stato moderno, vol. I, pp. 69 – 90 ( a cura di Ettore ROTELLI e
Pierangelo SCHIERA), Bologna 1971.
Maravall si
occupa più diffusamente del caso spagnolo, della fase finale del ‘400 e di
tutto il ‘500. Sottolinea però che i tre paesi paradigmatici – per quanto
riguarda la formazione precoce dello stato moderno – furono Francia,
Inghilterra e Spagna.
Nazionalizzazione della politica e politicizzazione della nazione, di Fulvio CAMMARANO
A P P U N T I
tratti da Nazionalizzazione
della politica e politicizzazione della nazione ( I dilemmi della classe dirigente nell’ Italia liberale ), di
Fulvio CAMMARANO, pp. 139 – 163,
di Dalla
città alla nazione ( Borghesie
ottocentesche in Italia e Germania ) a cura di M. MERIGGI e P. SCHIERA,
Quaderno 36 degli
Annali dell’ Istituto storico italo-germanico, Bologna 1993.
martedì 30 luglio 2013
LA BORGHESIA IN GENERALE
Vogliamo
tentare una caratterizzazione idealtipica della borghesia. Cerchiamo
dunque di afferrarla, lungo le epoche che ha attraversato, dal punto
di vista paradigmatico.
La
borghesia è stata prima un fenomeno e poi una classe
sociale
che ha avuto uno sviluppo
processuale.
Va quindi vista come un’ entità storica in fieri. Se essa abbia
avuto uno sviluppo definitivo e cioè abbia già raggiunto la sua
forma ultima è un tema di certo interessante, che esula però dalla
nostra riflessione.
SCHEDA sulla BORGHESIA ITALIANA nella SECONDA METÁ del ‘700 e nel PRIMO VENTENNIO DELL’ ‘800
Alla
fine del ‘700 non esistono in Italia
a
) né
una borghesia sufficientemente diffusa che funga da spina dorsale
dello Stato né da centro della società civile, che sia omogenea dal
punto di vista ideologico o dotata di un programma di trasformazione
della società, cioè che, in poche parole, sia da considerare quale
borghesia nazionale,
né di fatto né in nuce;
La borghesia in Italia dal '200 al '500.
Quadro
demografico
Nella
prima metà del ‘300 la popolazione urbana in Italia si attestava
tra il 20% ed il 25% dell’ intera popolazione. Le stime sulla
popolazione totale sono molto incerte. A seconda degli autori variano
dai 10 mil. di 12,5 mil. di abitanti.
Più
sicuri i dati sulle città. Considerando città, nel e per il ‘300,
i centri superiori ai 5.000 abitanti si hanno questi dati: in
totale 193 città,
delle quali 79 superavano i 10.000 abitanti. Tra queste ben 43
superavano i 15.000 abitanti [ un dato di prim’ ordine se pensiamo
che Londra aveva a quel tempo circa 25.000 ab., Vienna meno di
20.000, Amburgo meno di 10.000. Città estere di prima grandezza
erano Bruges con 35.000 ab. e Colonia con 30 / 35.000 ab. ].
La borghesia dell'Ancien Règime
La “fase di mezzo“
, così la potremmo chiamare, nel processo di sviluppo della
borghesia, che identifichiamo nel periodo dell’AR, e che ho
piazzato nella casella n°4, va così specificata e studiata:
a ) dialettica tra i
ceti all’ interno della costruzione statale classica dell’ AR,
b ) nell’ ambito
dell’ assolutismo despotico e di quello illuminato.
Note sulla Borghesia Francese (3)
Estratto
da:
Histoire
de la bourgeosie en France,
di Régine Pernoud, Parigi 1960
Dai
capitoli 14º e 15°
Nel 1547 sale al trono Enrico II, marito di
Caterina de’ Medici. Concezione della sovranità per grazia di Dio.
Il re si considera al di sopra della legge e unica istanza che
statuisce la legge. La teoria del principe di
Machiavelli fa da paradigma quanto alla concezione del potere
assoluto del re. Essa discorda dalla concezione più antica che
si rifaceva alle leggi scritte e non scritte dei franchi.
Note sulla Borghesia Francese (2)
APPUNTI
TRATTI
da
HISTOIRE
DE LA BOURGEOSIE EN FRANCE
Les
temps modernes ( vol. 2 )
di
Régine Pernoud
Paris
1962
Dal
cap. I (La
France moderne)
Nota
tratta da Lucine Febvre: dagli elenchi delle eredità e dei lasciti
risulta che ancora verso la metà del ‘500 i borghesi possedevano
molti quadri o decorazioni di tipo religioso. Dalla fine del ‘500
si ha poco alla volta al preponderanza di immagini laiche, prosaiche,
via via sempre più classicheggianti. Poi si diffuse l’ abitudine
di farsi ritrarre. La cosa andò poi dilagando verso la seconda metà
del ‘600.
I
borghesi tendevano comunque ad una certa sobrietà nelle
suppellettili, nei colori scelti per l’ abitazione e per i mobili.
Anche nel vestire tendevano ad essere severi. La robe
era di solito nera e lunga.
Note sulla Borghesia Francese (1)
A
N N O T A Z I O N I
tratte
da “Wege in die
Moderne”,
di Klaus GARBER,
Berlin 2012.
Teil
II Absolutismus und Konfessionalisierung
– Kulturpolitik und Literatur. Zum Ursprung der neueren deutschen
Dichtung.
Kap.
2.3 Im Zentrum der Macht. Martin Opitz
im Paris Richelieus ( Seiten 183 –
222 ).
Garber
sottolinea a pag. 184 la differenza sostanziale
tra la
politica cattolico-gallicana di Richelieu, che assedia La Rochelle e
combatte gli Ugonotti, ma resta fedele alla politica di Enrico IV,
tesa alla salvaguardia della neutralità dello Stato e alla
pacificazione/tolleranza religiosa,
e la
politica di Luigi XIV che porterà alla revoca dell’ Editto di
Nantes e alla persecuzione/espulsione degli Ugonotti.
Un
anno decisivo ( un anno di svolta ) nella politica di Richelieu fu il
1630. Conclusa vittoriosamente la battaglia interna contro gli
Ugonotti intransigenti, R. sposta l’ accento del suo lavoro alla
politica estera. In mente ha il braccio di ferro con gli Asburgo.
Infatti media tra polacchi e svedesi e fa sì che i contendenti
sottoscrivano l’armistizio. Pertanto gli svedesi furono più liberi
di intervenire nella guerra dei trent’ anni tra le fila dei
protestanti, e ovviamente contro gli Asburgo.
APPUNTI SULLA BORGHESIA FRANCESE NEL ‘500 E ‘600
È
utile occuparsi del caso francese usando lo schema dei sette stadi di
sviluppo della borghesia. [ Vedi PRIMO ALLEGATO alla mia mail del 22
/ 03 / 2013 “La borghesia in generale” ]. I due stadi di
rilievo sono il 4°
ed il 6°.
Ciò
che vorremmo capire – nella variante
francese – è
* ) la
formazione della borghesia sia come fenomeno sociale e politico che
come compagine interna all’ Ancien Règime e al terzo stato, come
testa del
terzo stato;
** )
la dialettica tra i ceti e tra questi ed il potere centrale regio;
*** )
l’ inizio della formazione di una borghesia nazionale [da
collocare però a pieno titolo solo nel ‘700, ma già prima della
Rivoluzione Francese]. [ Nota bene: scopriremo che in Francia
sussistevano fin dai primordi della monarchia, in piena epoca
feudale, i germi di un controllo periferico della regalità, così
come meccanismi e istituzioni passibili di sviluppi verso lo stato
burocratizzato e la formazione di una monarchia costituzionale].
lunedì 11 febbraio 2013
Dibattito preelettorale con candidati al Parlamento
ELEZIONI POLITICHE 2013
Circoscrizione Estero
Il Circolo Culturale Voltalacarta e.V. di Heidelberg
ha il piacere di invitare i connazionali residenti nella
Regione di Heidelberg, Mannheim e Ludwigshafen ad
un incontro con candidati al Parlamento.
Regione di Heidelberg, Mannheim e Ludwigshafen ad
un incontro con candidati al Parlamento.
Venerdì 15 febbraio 2013
dalle 19.30 alle 22.00
Interkulturelles Zentrum
(Landfriedkomplex, vicino ingresso Lidl)
Alte Eppelheimer Straße 50/ Bergheimer Straße 147
69115 Heidelberg
venerdì 8 febbraio 2013
venerdì 1 febbraio 2013
Incontro con Michela Murgia
RESOCONTO
dell’ INCONTRO CON MICHELA MURGIA
dell’
8 luglio 2012
– all’ Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, Apothergasse 3
INTRODUZIONE
E DOMANDE INIZIALI di BEPPE VANDAI:
Spiegato
quello che ci ha spinto a creare VLC!! [ vedi soprattutto la lettera
programmatica e la primissima lettera del 29/12/2010 sul nostro blog
http://voltalacartaheidelberg.blogspot.de/
] ho messo in rilievo che cosa ci contraddistingue: lo ‘sguardo
lungo’ sui problemi di fondo del nostro Paese, quelli che ritornano
continuamente, seppure in forme sempre nuove. Consci poi del ruolo di
forza guida nel nostro Paese che la Chiesa Cattolica ha svolto e
svolge da secoli e secoli, dei suoi ripetuti ostracismi all’ unità
politica del Paese, della sua volontà di plasmare e compenetrare l’
intero corpo sociale, ci è sembrato ovvio occuparci del suo
influsso, fino all’ oggi, sulla morale pubblica, o meglio sui suoi
deficit. Ho riferito che ci eravamo occupati di Leopardi, Sismondi,
di Manzoni, così come del tema della Controriforma e della
spiritualità tridentina (vedi S. Alfonso de’ Liguori, Gesuiti e
Redentoristi).
Appunti su “Le basi morali di una società arretrata “ di E. C. BANFIELD
APPUNTI
SU
“ Le
basi morali di una società arretrata “
di E.
C. BANFIELD, Glencoe Ill. 1958
(Edizioni
italiane presso Il Mulino, Bologna: 1961, 1976 e 2010)
(
Pagine citate dall’ ediz. del 2010, curata da A. Bagnasco )
PREMESSA:
Il
libro di Banfiled è considerato un classico dell’ antropologia
culturale. Un classico parecchio controverso, a dire il vero. Ma
comunque lo si giudichi è uno dei testi che hanno sollevato le
maggiori discussioni tra sociologi, antropologi, politologi ecc… Un
testo che a suo tempo ed almeno fino alla fine degli anni ’70 ha
costretto tanti autori a prendere posizione sulle tesi contenute ,
sul metodo d’ indagine e di lavoro usato, oltre che sulle sue
conclusioni e proposte politiche. Ma ancora oggi è un testo di
studio universitario, proprio per la sua valenza paradigmatica.
Noi lo dovremmo
studiare, non per fare dell’ accademia, ma per trarne il massimo di
profitto nella nostra indagine sull’ Italia, o meglio sul familismo
in Italia.
A proposito di Un volto che ci somiglia di Carlo Levi (1959-1960 )
[ vedi
anche le 15 TESI ESTRATTE ]
OSSERVAZIONI
PRELIMINARI
Il
saggio di Carlo Levi Un volto che ci
somiglia, di cui trovate riprodotto in
allegato il primo paragrafo ( L’ umile
Italia ), fu scritto, e tradotto in
tedesco, nel 1959, come testo di accompagnamento di un volume di
fotografie di János Reismann. Fotografie per lo più in bianco e
nero, scattate da questi negli anni cinquanta. Il libro apparve lo
stesso anno, dapprima in tedesco, per i tipi dell’ editore Belser
di Stoccarda. Il titolo era appropriatamente: “ ITALIEN: Alles ist
gewesen, alles ist Gegenwart “
[
“Italia: tutto vi è avvenuto, tutto è presenza” ]. Vi si vedono
noti monumenti del nostro Paese, reliquie dell’ antichità, del
medioevo, della prima età moderna, a volte immersi nel paesaggio, a
volte attorniati e ‘vissuti’ dai nostri connazionali di allora.
Ma vi si vedono anche marine, siluette di villaggi appollaiati su dei
colli, oppure visti dal mare. E poi molti scorci dei quartieri
popolari di Roma e Napoli. Scugnizzi in strada, gente in vespa, molti
bambini, contadini, pescatori. Insomma tanta umanità che popola le
vestigia del nostro passato, vestigia che sono la loro ‘casa’.
Tesi da Un volto che ci somiglia di Carlo Levi.
TESI
ESTRATTE da
Un
volto che ci somiglia
di
Carlo Levi
( 1959-1960 )
1
) L’ Italia è il luogo e il
risultato di un’ antropizzazione lunga,
lenta, cumulativa, stratificata, segnata anche da fratture, ma in una
sostanziale, solida continuità.
2
) Ergo: l’
Italia è il nostro vero specchio. In
essa possiamo a buon diritto vedere (non solo guardare) noi stessi. E
l’ italiano che la vede, che ci vede ? La
madre, cioè chi lo ha generato, gli ha
dato l’ imprinting.
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